Pubblicità

Agricoltura, interviene Carmelo Pullara candidato alle prossime elezioni regionali.

Denuncio pubblicamente, ed ancora una volta, il fenomeno della prostituzione agricola, avallata e legalizzata da un sistema di ingresso di prodotti dall’estero che non condivido e condanno fermamente. Dalle orticole marocchine, all’olio tunisino, oggi assistiamo, inermi, alla presenza sui nostri banchi frutta del melone Cantalupo senegalese! Licata, Palma, Campobello, Ravanusa, Canicattì e tutta la provincia costretta a piegarsi al selvaggio ingresso di prodotti a prezzi stracciati e di scarsissima qualità che costringono al deprezzamento dei nostri. Il nostro prezioso grano deprezzato perché oggetto di concorrenza di grano estero la cui presenza di micotossine, glifosate ed altro…rendono dannoso per la salute di tutti. Vanno attuate politiche ad hoc che cambino le regole del gioco. Un gioco che ha messo a rischio per anni la salute pubblica e l’economia nostrana basata sull’agricoltura. Enti Pubblici, Associazioni, Rappresentanze di Produttori, Regione ed Europa devono intervenire sistematicamente e non sporadicamente. In questo appello coinvolgo anche gli stessi contadini e tutte le aziende agricole produttrici che devono imparare a consorziarsi in entità sempre più grandi! Ciò al fine di costituire una vera e propria Lobby non solo per suscitare interesse nelle varie rappresentanze politiche ma anche per accedere ai finanziamenti previsti dai vari PSR che sin qui sono stati varati e che sembrano favorire solo le grandi aziende ed i Grossi Consorzi. Inoltre per poter dialogare con la GDO, che oggi detta legge su prezzi e provenienze, non si può essere piccoli produttori della periferia. Occorre, in un mondo globalizzato come quello attuale, distinguersi maggiormente ed anche qualitativamente. Occorre quindi percorrere la strada delle DOC, DOP, IGP, che ci consentirà di essere individuati a colpo d’occhio differenziandoci, attuando contemporaneamente operazioni di marketing finalizzate a promuovere le nostre primizie. Dobbiamo diventare aggressivi e pressanti per rivendicare la presenza di servizi primari ed infrastrutture che ad oggi mancano. Penso innanzitutto all’acqua. Pensate che possa essere immaginabile, altrove, avere a disposizione da venticinque anni una diga, come la Gibbesi che, in piena capienza, può contenere oltre 11 milioni di metri cubi per uso irriguo che mai nessuno ha pensato di canalizzare per farli arrivare nei nostri campi? A livello infrastrutturale è semplicemente assurdo quanto sta accadendo con il viadotto Petrulla e con gli assi viari che arrivano e partono da Licata. Non dimentichiamo inoltre di avere un porto che è quasi del tutto inutilizzato e che per molti costituirebbe, da solo, una fortuna. Ma prima di tutto dobbiamo pressare in Europa affinché, prioritariamente, si prevedano clausole di salvaguardia per i territori che vengono penalizzati da queste forme di importazione di favore.

Carmelo Pullara