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Con sentenza n. 93/2017 del 7 marzo 2017, depositata il 4 maggio 2017, la Corte Costituzionale ha deliberato definitivamente sulla legge regionale numero 19 del 2015, sulla ripubblicizzazione del Servizio Idrico Integrato in Sicilia, in attuazione del precedente referendum. Nei fatti la legge è stata resa quasi del tutto inutilizzabile, come ampiamente previsto, con buona pace della Regione che dovrà ripartire dall’inizio. Oggi, è bene ribadirlo, occorre essere estremamente chiari: Prima ancora che fosse promulgata la legge regionale, ma oggi ancor di più, le norme tuttora in vigore assegnavano, come ancora assegnano, la responsabilità e le competenze di effettuare o far effettuare i controlli ordinari e straordinari sulla Gestione del Gestore Unico all’Ati Idrico ed ai Sindaci riuniti in assemblea. Non vi sono ne vi possono essere più tentennamenti o indecisioni. Già alcuni comuni incominciano a richiedere questi controlli e si fanno sempre più numerosi i richiedenti, ma noi pensiamo che debba essere anche e soprattutto l’Ati che disponga i controlli a tappeto soprattutto sui depuratori, sia sequestrati che non sequestrati, con la redazione di relazioni tecniche doviziosamente riportanti le inadempienze, le non conformità, il mancato rispetto di Convenzione, Disciplinare Tecnico, Contratto, per passare a richiedere, relazioni alla mano, la sospensione del Canone di Depurazione, il rimborso di esso, il rimborso del deposito cauzionale a quegli utenti che lo avevano versato al precedente gestore ed infine alla rescissione contrattuale. La Procura della Repubblica con i sequestri mira ad accertare se si sono commessi dei reati. Oggi, pensiamo, non vi sono più motivi di tentennamenti o indecisioni che possano frenare l’operato dell’Ati Idrico che prioritariamente deve essere indirizzato al controllo dell’operato del Gestore e alla verifica del rispetto del Contratto, della Convenzione del Disciplinare Tecnico ecc. Il soffermarsi nell’analisi o nella revisione del Regolamento o della Carta del Servizio, può essere utile nell’immediato, ma non può e non deve distoglierci dal perseguire quello che i cittadini/utenti si aspettano dai loro sindaci. Tutto quanto descritto sopra, reputiamo, deve essere il passo iniziale per pretendere dalla Regione una legge che dia vera attuazione ai contenuti del referendum, ma temiamo che con la legislatura agli sgoccioli questo Governo Regionale e questa Assemblea Regionale avranno altre incombenze di cui occuparsi. Porremo comunque, a seguire, all’Ati la questione della quantità dell’acqua a disposizione nel bacino idrico siciliano che ha evidenziato come bastano due anni siccitosi per mettere in crisi la distribuzione, (a fine febbraio vi era il 46% in meno di acqua rispetto a fine febbraio 2016). Infine, pensiamo che non possa più essere tollerato un costo di 69 centesimi a metro cubo da parte di Sicilacque, quando quella stessa acqua viene data dai Consorzi, agli agricoltori, per 24 centesimi a metro cubo. Le Associazioni ed i Movimenti saranno al fianco dell’Ati Idrico se esso vorrà farsi carico di questi problemi e rivendicarli presso la Regione Sicilia.

Salvatore Licata – Referente per l’Ambiente

Maria Grazia Cimino – Responsabile Cittadinanzattiva