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Angelo_Graci_sindaco_LicataLa fiducia della giunta nel bilancio appena approvato è totale. Ma dovrebbero chiedersi, il sindaco e gli assessori, se è una fiducia condivisa dai cittadini licatesi. Tenuti fuori da ogni confronto aperto sia durante l’elaborazione dello strumento finanziario che prima della sua definitiva approvazione. Un confronto da tenersi magari nell’aula consiliare, sorda e muta di questi tempi. Sarebbe stato per la giunta, in una città senza il consiglio comunale, segno di sensibilità democratica. Ma sentiamo quel che dice Angelo Graci (La Sicilia del 23 dicembre): “… Da questo strumento contabile si può e si deve ripartire. I numeri sono ristretti ma le menti per progettare il futuro devono essere larghe, di prospettiva. Pensiamo ad oggi ma soprattutto a domani. La tassa di soggiorno è concepita proprio sotto questo profilo. Una visione futuristica di sana programmazione che porti Licata in cima alle classifiche di produttività e qualità della vita”. Ripartire da questo bilancio e dalla tassa di soggiorno? Licata in cima alle classifiche di produttività e qualità della vita? Ma guarda che belle parole. Il fatto è che albergatori e operatori turistici non condividono per nulla l’ottimismo del primo cittadino. E sono fortemente preoccupati dall’introduzione di una tassa che può solo disincentivare il turismo locale e far venire a Licata meno gente in vacanza. Quando mai le tasse eccessive e pure dannose, come questa sul turismo, hanno migliorato la produttività di un paese e la sua qualità di vita? Al punto in cui Licata è ridotta, già mettere pochi soldi nel bilancio per eliminare il randagismo dalle strade, già offrire ai residenti abituali e ai turisti una città pulita e senza rifiuti sui marciapiedi, sarebbe in qualche modo un miglioramento qualitativo. Ma per fare questo non è necessario tassare gli albergatori. Né usare belle parole che non servono a niente (come: “una visione futuristica di sana programmazione”) per indorare un bilancio di tasse elevate e nonostante questo in linea coi tempi, cioè povero. In altre dichiarazioni precedenti, sempre rilasciate a La Sicilia, il Sindaco si è detto dispiaciuto dell’aumento delle tasse. Ma “verranno tempi migliori”, ha concluso. Tempi in cui come cittadini licatesi, come cittadini italiani dovremmo raccogliere i frutti dei sacrifici sostenuti e delle tasse pagate per salvare la nave che affonda. Il suo augurio è l’augurio di tutti, naturalmente. Ma, purtroppo, il debito pubblico nazionale e il default tecnico del nostro Comune non lasciano ben sperare. Prefigurano ulteriore recessione, ulteriori tasse, perdite di posti di lavoro, riduzione di diritti. E comunque questi futuri “tempi migliori” dovranno essere ben governati a Licata. Dei candidati sindaco, nessuno ha avuto, che a noi risulti, parole di apprezzamento per quest’ultimo bilancio né per i precedenti. Politicamente questo vuol dire una sola cosa: che la futura amministrazione lo rifarà da cima a fondo. Sapendo che avrà un consiglio comunale con cui doverlo discutere e forse anche concertare.

Gaetano Cellura