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Si è svolta ieri pomeriggio presso la sala Gianbecchina del palazzo dei Filippini ad Agrigento una manifestazione di rilevanza culturale, organizzata dall’Accademia di Belle Arti “Michelangelo” Agrigento. Convegno che ha trattato: “l’educazione alla bellezza per costruire il futuro” tematica quella della bellezza che secondo affermazioni prende un significato diverso in base al contesto storico. Ha visto unanimi consensi tributati a studiosi per i loro interventi. Focalizzando l’attenzione sull’attinenza fra arte e bellezza in simbiosi. In merito si è proposto di mettere per l’appunto l’educazione alla bellezza al centro dell’offerta formativa ovvero come disciplina, didattica sperimentale. Inoltre si è discusso oltre che dell’estetica che deve essere di ordine spirituale non solo storica superando molti pregiudizi, anche del recupero della memoria attraverso il restauro, recupero di bellezza che nasce dalla coscienza, passando dall’associare la bellezza alla provvidenza, alla relativizzazione della stessa.

Di seguito una nota di Salvatore Cucinotta.

Ogni qualvolta si parla di intelligenza emotiva, entra in gioco l’educazione alla bellezza. Seguendo canoni sociali diffusi, i bisogni indotti da una cultura del conformismo, la competizione serrata, uniformiamo un concetto che in realtà è l’apoteosi della personalizzazione. Educare alla bellezza è un percorso formativo profondo che coinvolge il pensiero, l’osservazione, la riflessione. Bisognerebbe andare oltre lo sguardo, oltre ciò che appare, in un mondo pervaso dall’esteriorità che impedisce l’introspezione. Riscoprire la bellezza che è stupore, scoperta, unicità, diversità, rispetto, gratitudine e libertà. Continuando c’è da affermare che il gusto è facoltà da educare, al pari delle altre facoltà umane, perché per aspirare alla bellezza l’uomo possa essere ricondotto al grande all’albero dell’essere, da cui spesso inconsapevolmente trae la sua linfa e il suo sostentamento. La rivoluzione aperta dalla modernità sul pensiero e sull’arte, evidenzia come il valore attribuito alla bellezza sia mutato considerevolmente nel corso dei secoli, arrivando a ridurre il bello a gusto personale. Tutta la riflessione sulla bellezza ha evidenziato un dato di fatto: la percezione della bellezza è innanzitutto un’esperienza personale a partire dal dato esperienziale, alla contemplazione della qualsiasi sì accompagna un certo piacere, al tempo stesso il piacere generato dalla contemplazione del bello provoca desiderio di bene e di vero. È evidente che si tratta di un’esperienza personale, legata alla relazione tra il soggetto che conosce e l’oggetto conosciuto. Tuttavia perché l’uomo possa riconoscere la bellezza presente, in tutto il reale è necessario che vi sia una certa proporzione tra le sue potenze conoscitive e la bellezza che percepisce.