Pubblicità

commissario TerranovaTutti insieme oggi nell’aula consiliare? No, signor commissario Terranova. È un errore politico. Lei ha motivi di risentimento verso la giunta. Nessuna delle sue indicazioni è stata seguita. Nessun suo suggerimento è stato accolto dal Sindaco. Ha chiesto di ridurre gli assessori da otto a sei, come vuole la legge. Ha chiesto di discutere con gli operatori turistici l’introduzione della tassa di soggiorno. Ha chiesto un ampio dibattito con le categorie economiche e produttive della città e con il sindacato prima di redigere il bilancio 2012. Insomma, quel minimo di concertazione e di confronto politico necessari in una città senza “clasa discutidora”, senza consiglio comunale da lei più volte, e giustamente, proposto sono stati sempre disattesi dal sindaco e dalla giunta. E dunque, considerata l’assenza di una salutare dialettica, perché presentarsi tutti insieme per gli auguri di fine anno? La conferenza di oggi prevede la presentazione del bilancio dell’attività amministrativa 2012. Meglio limitarsi soltanto agli auguri: perché non vediamo quale bilancio politico si possa trarre sia dall’attività della giunta che dalla sua, Signor Commissario, e quali risultati si possano presentare alla città se non quelli (odiosi) del rigore fiscale, delle tasse, delle casse comunali vuote, di una democrazia impoverita e di una Licata disperata, senza più nessuna fiducia nelle attuali istituzioni e in chi le rappresenta. Questo, nei primi anni della legge sull’elezione diretta del sindaco, era di solito il momento in cui la giunta presentava all’esame del consiglio comunale la relazione semestrale. Chi più se ne ricorda? La scadenza, infatti, non è mai stata rispettata e la relazione a poco a poco è persino scomparsa dai doveri della giunta. Ecco, avremmo gradito che lei, Signor Commissario, insieme agli auguri reciproci, chiedesse al Sindaco la relazione non solo degli ultimi sei mesi, ma dell’intero mandato. Oppure di farla separatamente questa conferenza. Avrebbe potuto meglio far pesare, in questo modo, le sue diverse posizioni (peraltro più volte manifestate) nei confronti dell’esecutivo. E Licata ne avrebbe preso atto. Magari come piccola soddisfazione politica.

(g.c.)