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CurellaE’ stato un grande imprenditore bancario, un manager da tutti riconosciuto ed apprezzato, un profondo conoscitore delle problematiche del credito e dei fenomeni socio-economici della Sicilia e un mecenate illuminato. Inizia così il ricordo di Nicolò Curella dello storico Calogero Carità che vi proponiamo integralmente.

Il dott. Nicolò Curella, presidente della Banca Popolare Sant’Angelo, il 19 agosto scorso è mancato, assistito dal calore e dall’amore dei suoi familiari, nella sua residenza estiva di Montesole, dove annualmente si ritirava per godersi le sue meritate vacanze. Sino all’ultimo, nonostante il male del secolo non gli desse tregua, è rimasto dietro la sua scrivania a lavorare per la sua banca, la sua creatura. E anche quest’anno è riuscito a festeggiare, con gioia, come sempre, il ferragosto con bellissimi fuochi d’artificio che hanno illuminato le sottostanti “Balatazze” e il ridotto della Nicolizia. Sorella morte ha posto fine alla vita di questo grande uomo all’età di 74 anni. Un grave lutto per la sua famiglia, ma anche per Licata che perde uno dei suoi figli migliori della sua storia recente e per la Sicilia che perde un imprenditore bancario illuminato e lungimirante che ha saputo dare un impulso notevole al settore isolano del credito.
Nicolò Curella, anche se era figlio d’arte – il padre Angelo Cristina Curella era stato direttore generale della BPSA dal 1927 al 1967 e presidente della stessa dal 1944 al 1954- non appartiene a quella categoria di persone che si sono trovati il mondo fatto. Ma prima di arrivare all’apice di una delle pochissime banche popolari superstiti ancora in Sicilia, ha fatto una lunga gavetta. Dopo aver conseguito il diploma di ragioniere, inizia a 18 anni la sua carriera in banca a lavorare come semplice impiegato presso la Banca Popolare di Palermo e nel contempo studiava ad in nicolò-curella-morto-600x300Economia e Commercio. La laurea è arrivata nel 1963. Comincia, quindi, a lavorare, sempre come semplice impiegato, presso la Banca diretta e presieduta da suo padre, che fu per lui maestro ed esempio. Nel 1967 viene meno suo papà e lui, a 26 anni, prese le redini della Banca Popolare Sant’Angelo proseguendo con avvedutezza l’ambizioso progetto di sviluppo bancario, aprendo nel 1968 nuovi sportelli ad Alessandria della Rocca e a Cianciana della Sant’Angelo in provincia di Agrigento, che suo padre aveva già iniziato a portare fuori dai confini comunali di Licata, a Camastra, a Palma, a Butera, a Lampedusa e Porto Empedocle. Nel 1972 mentre consegue la seconda laurea in Scienze bancarie ed assicurative, che rispondeva ad una scelta di studi ben mirati per il suo futuro di banchiere, prosegue senza posa la sua intelligente politica di espansione territoriale, facendo registrare all’istituto bancario licatese il momento maggiore della sua crescita nella seconda metà degli anni ottanta, così da fargli conquistare nel 1988 l’ambita qualifica da parte della Banca d’Italia di “Banca regionale”. Una metà molto importante che dava prestigio alla banca licatese, ma anche alla sua persona, ormai apprezzata nel mondo bancario e nel mondo politico siciliano e non solo per le sue capacità manageriali, da tutti riconosciuto ormai come un imprenditore bancario moderno, avveduto e illuminato.
E in previsione di tutto ciò aveva anche pensato di dare alla BPSA una sede prestigiosa che potesse ospitare gli uffici della direzione generale e della presidenza, ritenendo ormai incompatibili gli esegui spazi dello stabile di corso Vittorio Emanuele, di fronte alla chiesa di San Francesco, che dal 1936 ospitavano oltre agli sportelli della sede, gli uffici direzionali, gli organi statutari e, all’ultimo piano, l’abitazione paterna. Acquisì così il settecentesco palazzo dei marchesi Frangipane, sempre sul corso Vittorio Emanuele, lo fece consolidare, restaurare e ristrutturare. Il 22 ottobre 1977 vi trasferì la BPSA, dopo una inaugurazione ufficiale che portò a Licata prelati ed eminenti politici.
Nel 1985 per sua illuminata volontà nacque la Fondazione “Centro Ricerche Economiche Angelo Curella” con l’obiettivo preciso non di farne un centro studi a servizio della banca, ma di realizzare un istituto che contribuisse ad una migliore conoscenza dei principali fenomeni socio-economici del nostro tempo, con specifica attenzione al dualismo economico nord-sud ed a quelli dell’economia regionale e alle problematiche del credito. La Fondazione, la cui presidenza venne affidata al prof. Pietro Busetta, ha contribuito con i suoi studi e i suoi report annuali alla conoscenza e allo sviluppo del tessuto socio economico siciliano, ma anche al successo della BPSA. Voce della Fondazione è la rivista “Orizzonte Sicilia”.
Proseguendo nella sua ben programmata politica di incorporazioni con la Banca Popolare Di Mussomeli (1982), della banca s'angelo via palmaBanca Popolare di Gagliano Castelferrato in pov. di Enna e della Banca Popolare del Risparmio e del Lavoro (1985), con la Banca Popolare di Palermo (1989) e con la Banca Popolare Don Bosco di S. Cataldo, ampliò ancora ulteriormente i confini della BPSA.
Nel 1999, succedendo allo zio, dott. Gaetano Giganti, lascia, dopo 21 anni, la direzione generale e viene eletto Presidente della Banca Popolare Sant’Angelo, incarico che ha mantenuto egregiamente sino alla sua scomparsa.
Il dott. Nicolò Curella è riuscito così, grazie ad un oculato management, a far sopravvivere e soprattutto a far prosperare in Sicilia una banca delle dimensioni della Sant’Angelo, senza finire inesorabilmente schiacciata o compressa in un angolo, dal potere e dal prepotere di due istituti delle dimensioni del banco di Sicilia e della Sicilcassa che come sappiamo hanno fatto una fine ingloriosa, mentre la BPSA è ancora una prestigiosa realtà. Lui, infatti, era convinto che per affrontare la concorrenza interna ed esterna non fossero necessarie le mega-banche, ma avrebbero fatto meglio delle piccole banche a patto che fossero però davvero radicate nel territorio che sapessero sfruttare la loro conoscenza a livello locale.
Alla fine degli anni novanta, suo malgrado, è stato costretto a trasferire a Palermo la sede della Presidenza della banca, ormai estesa in quasi tutte le province siciliane e anche nella capitale politica ed economica della Sicilia ha voluto una sede di grande prestigio per la BPSA. Così acquisì palazzo Petix che da vecchio opificio del mobile dal 2005 divenne sede di una banca siciliana.
Il dott. Nicolò Curella, per le sue competenze professionali e manageriali da tutti apprezzati nel vasto mondo del credito, ha ricoperto vari incarichi di alto prestigio in questo settore: è stato revisore dell’Associazione Nazionale delle banche Popolari, revisore dell’Istituto Centrale delle banche Popolari, consigliere d’amministrazione di Cefor (Centro Formazione delle Banche) e presidente della Leasing Group. Nel 2010 è stato nominato Cavaliere del Marketing dal Club Dirigenti Marketing. Il 26 gennaio 2011 ha ricevuto l’investitura di cavaliere della Delegazione Sicilia del Sacro Militare Ordine Costantiniano di san Giorgio nella cappella Palatina del palazzo Reale a Palermo e qualche anno dopo ha ricevuto la Commenda di Merito per l’attività svolta nel corso degli anni come banchiere. Il conferimento è avvenuto presso i locali della BPSA di Palermo per mano del dott. Antonio Janni vice delegato per la Sicilia del Sacro Ordine Costantiniano di San Giorgio. Omettiamo di citare tutta un’altra lunga serie di onorificenze a lui conferite, perché sappiamo che lui non l’avrebbe gradito, data la grande discrezione che ha caratterizzato sempre il suo modo di vivere.
Affabile nei modi, molto cordiale con tutti, amava intrattenersi volentieri con le persone intelligenti che sapeva lavoravano per il bene e la crescita culturale e sociale della nostra comunità. Per questa sua sensibilità non fu solo un banchiere, ma anche un mecenate. Sostenne soprattutto a Licata tutte le iniziative editoriali, la stampa locale, l’edizione di libri e studi sulla storia locale, recuperò due antichi palazzi (Frangipane e Petix) che adornò di preziose opere d’arte, restauro tutti i dipinti delle chiese di Licata e ne fece pubblicare un elegante catalogo curato da storici dell’arte agrigentini, palermitani e licatesi. Fu editore con la BPSA di un elegante volume sul Palazzo Frangipane, su I Castelli e le torri della provincia di Agrigento, su Palazzo Petix e non trascurò di promuovere la pubblicazione di una ricca ed elegante biografia di suo padre, Angelo Cristina Curella, letterato, giornalista, poeta e banchiere. Sostenne mostre ed eventi culturali di grande spessore, tra questi l’Efebo d’oro. Sportivo appassionato fu anche sostenitore in tutti i sensi dei colori giallo-blu del Licata calcio che seguì in quasi tutte le trasferte nell’anno felice della serie B.
Qualche anno fa ha affidato la direzione generale della BPSA alla figlia maggiore Ines Curella, che porta lo stesso nome della nonna paterna, docente di lettere, primo sindaco donna di Licata dell’immediato dopo guerra, esponente di primo piano della Democrazia Cristiana e primo deputato licatese all’Ars. Una dinastia, dunque, che continua. Ora si pone il problema, molto serio, della successione alla presidenza.
Nicolò Curella lascia una banca presente nella provincia di Agrigento con 14 sportelli, di Caltanissetta con 3 sportelli, di Catania con 1 sportello, di Palermo con 10 sportelli e a Roma capitale con 1 sportello e soprattutto lascia una banca molto solida che, pur in un contesto di persistente congiuntura economica sfavorevole, grazie al coinvolgimento e all’impegno di tutta la struttura nel raggiungimento di importanti obiettivi strategici ha ottenuto, nell’esercizio 2014, degli eccellenti risultati economici e reddituali, in netta controtendenza rispetto ai dati di settore. Gli aggregati patrimoniali hanno infatti registrano la seguente rilevante evoluzione: il comparto degli impieghi netti a clientela, attestandosi ad un saldo di 658 milioni di euro, ha evidenziato una dinamica positiva, con una crescita complessiva di 15 milioni di euro, pari a 2,33 %; la raccolta diretta si attesta a 751 milioni di euro, evidenziando una crescita di 26 milioni di euro, pari al 3,10; la raccolta indiretta ha raggiunto gli 323 milioni di euro, con una incremento di 55 milioni di euro. Il margine di interesse si attesta a 22 milioni di euro, crescendo di 1,6 milioni di euro, pari al 7,88% rispetto al 2013. Il margine di intermediazione raggiunge i 42 milioni di euro, crescendo di 8.5 milioni di euro, pari al 25.9% , rispetto al 2013. Il risultato della gestione ha chiuso con un utile netto di 6,2 milioni di euro. Anche il Patrimonio netto ed il Patrimonio di Vigilanza si sono incrementati rispettivamente di € 12,7 milioni, pari al 11,57%, e di € 4,3 milioni, pari al 4,31%. A fronte di tutto ciò il Consiglio di Amministrazione ha poposto la ripartizione di un dividendo pari a € 0,70 per ciascuna azione.

Calogero Carità