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13310398_1600536730275161_6846897894111514287_nUn intervento di Carmelo Pullara (candidato alle prossime elezioni regionali) sulla sanità siciliana.

La gente si arrende ad una sanità regionale al collasso, costretta ad elemosinare un diritto, l’assistenza sanitaria. Questa l’amara verità. Il personale sanitario, a Licata (e non solo) – tra accorpamenti di reparto, “spostamenti migratori” dal territorio all’ospedale (dopo anni di carriera) e minacce di tagli – paga nella propria quotidianità l’incapacità di chi ci governa da 4 lunghissimi anni. Partiamo dal lontano 2012, anno di insediamento del governo Crocetta ed anno in cui il Decreto Balduzzi imponeva alla Regione l’aggiornamento delle dotazioni organiche allo scopo di riorganizzare la rete ospedaliera e sbloccare finalmente le assunzioni del personale sanitario (tecnico, amministrativo, OSS, medici). Ancora oggi, i concorsi e le consequenziali assunzioni vengono rimandati di mese in mese, gli ospedali scoppiano di pazienti, il personale è troppo poco e la spesa relativa al tempo determinato (che andava “obbligatoriamente” compressa come peraltro impone tutt’oggi la norma) continua ad essere ai massimi storici a causa delle mancate assunzioni a tempo indeterminato che l’avrebbero ovviamente ridotta. Quattro anni di ritardi e lungaggini durante i quali Crocetta e fedeli centurioni hanno pensato bene di fare terra bruciata attorno a loro di una classe Dirigente qualificata che avrebbe potuto lavorare alle migliorie della Sanità siciliana. A Palermo, solo per fare un esempio, la gente attende una visita “breve” cardiologica pediatrica 47 giorni e almeno 300 giorni una visita programmabile. Dove la domanda di prestazioni sanitarie è superiore all’offerta…manca il personale sanitario, medici, infermieri, operatori socio sanitari e tecnici. E i Manager sanitari delle città metropolitane chiedono sconti nell’applicazione dei criteri di valutazione degli obiettivi nazionali, oggi vere e proprie chimere in Sicilia……. Quando invece, ieri, sono stati centrati e valutati con ottimo punteggio. Tali obiettivi, fissati a livello nazionale, a detta dei Manager, oggi sono inapplicabili all’isola a causa delle gravi carenze di personale, organizzative e logistiche. Purtuttavia, la Regione, a fronte di un’attività assistenziale fortemente ridotta, finanzia 30 milioni in più per “funzioni non tariffabili” (ad esempio trattamento sangue e emergenza –urgenza) in una sola Azienda Sanitaria, l’ARNAS Civico! E le altre? In parole povere la Regione aumenta i finanziamenti a suo piacimento nonostante la riduzione della “vendita” del prodotto. Il report ufficiale pubblicato dall’ANAAO ASSOMED e CIMO – Associazione e Sindacato dei Medici, solo per l’Arnas Civico di Palermo, scrive di una riduzione di produzione pari a 10 milioni di Euro. I pazienti per i quali si rende necessario il ricovero attendono oggi molto più di ieri, in area di emergenza, per indisponibilità di posti letto sufficienti. Il fenomeno “BOARDING” ossia la lunga permanenza pre-ricovero dei pazienti, abbattuto negli anni 2011/2013, è ritornato a livelli disastrosi: i pazienti che hanno atteso in area di emergenza più di 48 ore per un posto letto sono passati dai 175 del 2013 ai 1.699 del 2015! Solo al presidio ospedaliero Di Cristina si contano 6.600 ricoveri in meno negli ultimi 18 mesi, di cui 2000 sono interventi chirurgici: la riduzione dell’attività produttiva corrisponde ad un minor numero di prestazioni erogate in favore dei cittadini. E la giustificata riduzione dell’attività di ricovero con la conversione in attività ambulatoriale risulta non veritiera perché tale attività appare immodificata. Tutto ciò comporta l’incremento vertiginoso della mobilità passiva regionale dei pazienti che “emigrano” oltre i confini regionali in cerca di possibilità di assistenza sanitaria e di qualità nell’erogazione.
L’evidente incapacità del Governo regionale capeggiato da Crocetta è sotto gli occhi di tutti e si ripercuote, purtroppo, anche sul nostro territorio: a Licata, Canicattì, Sciacca, Agrigento; ove la riduzione dei posti letto, l’asfissia del Pronto Soccorso, la compressione della Chirurgia, Ortopedia e degli altri reparti, fa a pugni con la grande ed allarmante domanda di assistenza sanitaria della provincia agrigentina. A poco valgono i proclami mediatici sulla bontà delle azioni quando si sostanziano nell’inefficienza assoluta e inefficacia nel raggiungimento del benché minimo obiettivo. Per fortuna la gente non è cieca e non crede più alle parole.

Carmelo Pullara