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Crocetta-ArsUna cosa è certa: non si può continuare così. La Sicilia non può continuare così. È la regione più povera d’Italia, il suo governatore è al più basso livello di gradimento  nazionale. E loro – Crocetta e il Pd – vanno avanti a polemiche, anche roventi e al limite ormai della normale dialettica politica. Con il risultato di aggravare i problemi dell’Isola, di non risolverne nemmeno uno e di avviare questa esperienza di governo verso l’ineluttabile fallimento.

Il governatore butta nella polemica tanto fumo senz’arrosto. Dice che dovrebbero ringraziarlo perché il suo è in Sicilia il primo governo di centrosinistra, che senza di lui questa svolta storica non ci sarebbe stata. Ora tira in ballo la sua omosessualità (intervista al Fatto quotidiano) che lo fa considerare “poco serio” e un “tipo bizzarro” da certa politica. Peggiore della mafia secondo lui.

Lo attacca l’opposizione. E questo è normale. Lo attaccano molti esponenti della maggioranza e soprattutto il suo partito, quel Pd con cui il rapporto non è mai stato idilliaco. E questo non è affatto normale. Perché se Crocetta molla, si dimette, come molti (ma solo a parole) vorrebbero, il Pd forse non ha capito, pur con tutti i distinguo e le prese di posizione degli ultimi giorni contro il governatore, che sprofonda con lui e riconsegna la Sicilia alla destra.

Anche Nichi Vendola partecipa alla polemica e non fa mancare critiche al suo collega governatore. Considera quella dell’omosessualità confessata da Crocetta “francamente come un depistaggio”. Un depistaggio per non parlare della confusione politica regnante in Sicilia. E di cui sia il Pd, partito di governo e d’opposizione, che lo stesso Crocetta sono responsabili in ugual misura.

Certo non è facile andare d’accordo. E se non ci sono riusciti finora non si capisce come possano riuscirci in futuro. Il governatore non accetta i diktat del partito. È stato eletto dal popolo e al popolo deve dar conto. Questa la sua filosofia. Il partito vorrebbe dire la sua nella politica del governo e ne avrebbe anche il diritto in quanto il primo della maggioranza. Tra di loro oggi discutono e domani litigano. E questo è stato da due anni a questa parte il tran il tran del governo. Non certo  la cosa migliore che alla Sicilia poteva capitare.

Gaetano Cellura