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215601788-47a6c14b-7bc5-4ed2-bf04-37c7d9692114Già, non possiamo rimanere insensibili di fronte a questa nuova ecatombe nel Mediterraneo. Ma insensibili siamo, siamo diventati – come paese, come Unione, come Occidente, come Mondo – senza volerlo riconoscere. Vent’anni di tragedie, di barconi capovolti, a nord della Libia e a sud di Lampedusa, non ci hanno insegnato niente. Non ci hanno insegnato che le parole sono inutili. Non ci hanno reso consapevoli delle nostre responsabilità storiche nei confronti dell’Africa.

A chi ha rivolto Matteo Renzi, a Mantova, il suo “non possiamo rimanere insensibili”? All’Europa inesistente? Alla Francia e alla Gran Bretagna che, con i loro bombardamenti di qualche anno fa, hanno destabilizzato la Libia rendendola terra di nessuno e in mano a trafficanti senza scrupoli di esseri umani con il destino segnato? Alle multinazionali del petrolio responsabili della rovina dell’ambiente nel Delta del Niger? O a quanti nel civile Occidente, pur di vendere armi, hanno alimentato in Africa guerre tribali e religiose?

Le parole servono a poco. Sono parole che sentiamo ripetere dopo ogni tragedia dell’emigrazione. E già bastano quelle accorate – e queste sì, senza ipocrisia – del Papa. Dalla politica si attendono invece fatti. Una missione europea, un Mare Nostrum europeo che, salvando vite umane, protegga nello stesso tempo le nostre coste da invasioni migratorie che non siamo più in grado, da soli, di accogliere e sostenere.

E basta così, perché già sappiamo tutto. Abbiamo visto immagini e ascoltato parole. E perché sappiamo pure che nulla cambierà. Il ricco non capirà mai il povero: e ognuno, nell’Europa imperturbabile della finanza, continuerà a pensare al proprio “particulare”.

(g.c.)