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GREECE-MACEDONIA-EUROPE-MIGRANTS“Di qui non si passa”. O meglio, dopo l’accordo tra l’Ue e il governo di Ankara, uno passa e l’altro viene rimandato indietro. L’Europa può accoglierne solo settantaduemila. Agli altri migranti penserà la Turchia. Con i soldi dell’Unione e magari con la promessa di farne al più presto parte.

Reticolati alle frontiere, eserciti schierati a difenderle dai disperati in fuga dalla guerra, donne e bambini accampati nel fango, sotto la pioggia e al freddo di Idomeni   ricordano altri tempi di persecuzioni e guerre, d’odio razziale e di caccia all’uomo. Loro, intanto, quelli di Idomeni, che fine faranno? Il nuovo accordo ne tiene conto?

Ma se a tutto questo aggiungiamo i morti in mare, il video choc delle bastonate ai migranti da parte della guardia costiera turca, la guardia costiera del paese con cui l’Europa fa accordi a suon di denaro (tre miliardi per la collaborazione), ci accorgiamo che anche questa è guerra. D’altro tipo rispetto a quelle combattute sul campo: in Siria o in Iraq o in Libia. Guerra contro un’umanità inerme, offesa dall’Europa e dalla storia, e senza più Stato, giustizia, dignità. Guerra contro il diritto non a una vita migliore, ma semplicemente a una vita.

Le immagini delle tende nel fango e delle frontiere presidiate, della piccola Sherazade che nel campo profughi esprime il proprio terrore con i disegni dei soldati neri  dell’Isis del territorio da cui è scappata sono rese ancora più tristi e tragiche da una politica europea che a lungo discute e non decide, e che quando poi decide  firma accordi con un paese, come la Turchia, nient’affatto “sicuro” sul piano dei diritti umani e della democrazia. Come tratterà i migranti respinti dall’Europa è tutto da vedere.

Nei giorni scorsi, in visita istituzionale a Palermo, Laura Boldrini ha detto che intere famiglie sotto l’acqua e nel fango sono uno spettacolo che non avrebbe “mai e poi mai voluto vedere in Europa”. Ma questo spettacolo purtroppo è realtà. E se andiamo indietro troviamo anche di peggio in questi anni di caos e disonore politico in cui un vecchio ordine mondiale è caduto e il nuovo non è ancora nato. Per miopia e imperizia. Ai vecchi muri ne abbiamo sostituiti altri. Così abbiamo pensato di risolvere i problemi di una complessa epoca di transizione di cui non si intravede la fine. Invece di riflettere e soprattutto, noi occidentali, di provare rimorso per certe aree del mondo, come quelle africane e mediorientali, che abbiamo prima colonizzato e poi  contribuito fortemente a destabilizzare. E ora, con quest’ultimo accordo “euro-turco”, anche a svendere.

Gaetano Cellura