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Salvatore CucinottaIl giovane poeta licatese Salvatore Cucinotta ha ricevuto un saggio critico da parte del professor Nuccio Mula, scrittore – giornalista – docente universitario componente dell’Associazione Internazionale Critici Letterari e dell’International P.E.N. Club. Salvatore Cucinotta, autore di sei raccolte poetiche, Scrive da circa sei anni e in ordine di tempo la sua ultima nuova raccolta è “Risvegli” prossima alla pubblicazione, oltre a “Poster”, “Floris e Iris” in un unico volume, “Post-scriptum”, e “Passioni”. è stato inserito nell’antologia del “Federiciano” concorso internazionale di poesia inedita nel Paese della poesia ed è tra i Poeti Federiciani, inoltre tre poesie richiedenti dal concorso internazionale di poesia “Mario Luzi” sono state inserite nell’enciclopedia dei Poeti contemporanei. Di seguito il saggio critico.

“La parola d’un poeta è l’essenza del suo essere”, annotò genialmente Puskin; e Salvatore Cucinotta, poeta giovanissimo ma con diverse raccolte pubblicate già al suo attivo, prosegue a dimostrarcelo anche in questo suo ultimo volume in ordine di tempo, testimoniandoci ancora una profondità del sentire ed una valenza dell’esprimersi assolutamente straordinarie nel loro proporsi/ imporsi qualificato per sequenze di essenze nel supersegno di un’icasticità lapidaria e infallibile che colpisce sempre dritta al cuore con esiti di sortilegio. Nel suo costante convincimento del volere e dovere percorrere solo i tragitti di quella parola che è “parola di evocazione” (Novalis), ripudiando, “ipso facto”, ogni parola “sterile” (di cui la contemporaneità è scellerata dilapidatrice) per cibarsi e nutrirci unicamente della parola “gravida” (la distinzione fu dell’indimenticabile Vittorio Gassman), l’Autore affida al cesello del suo estro l’arduo compito di scartare digressioni eccedenti, cedimenti all’oleografia, tentazioni di rimandi ed agganci a referenti che facciano scattare, furbescamente, quelle similitudini fin troppo care ai dilettanti della critica letteraria per comodi supporti di riporti (ma che, in effetti, tornano ai mittenti come impietosi “boomerang”, in quanto l’assomigliare a ciò che già esiste non è affatto il maggior complimento per ogni Autore ma la semplicissima, banale, fattuale, incauta, ancorché quasi sempre involontaria constatazione della sua assoluta latitanza di originalità); e ciò al fine di pervenire, invece, all’essenza del proprio essere in funzione della propria parola poetica resa unica e adamantina. Del tutto affabulante, infatti, questo suo procedere per impianti strutturali ed espositivi di parole assemblate come fotogrammi, ossia più configurative che linguistiche “strictu sensu”, che lui intuisce, scalpella, sbozza, desquama, ottimizza e sublima, pervenendo “naturaliter”, ergo senza pericolosi ripensamenti di riletture (poiché nella piena consapevolezza, e già alla prima, rapidissima, rarefatta o rasoiante trasfigurazione dell’estro poetico, di questo suo particolarissimo e solo apparente ultimare in perfetto equilibrio fra il “non-iniziato” ed il “non finito”) a dare valenza e pregnanza anche alle aureole di bianco che circonfondono i boccioli ed i grumi del suo cogitante sentire; ed è proprio tale sua peculiarità che lo rende diverso ed unico.Si potrà addebitare unicamente all’età anagrafica l’occhieggiare, ma in verità puramente occasionale, di qualche fotogramma espressivo che, per mero difetto d’inquadratura o di nitidezza, ci appare necessitante di critiche ed autocritiche; ma non esiste creatore con il dono dell’infallibilità esecutiva, e Cucinotta, per sua e nostra fortuna, ha ancora tutta una vita sia per imporsi di rimanere sempre sdegnosamente alieno dal poetare mediocre e vanesio (altra dichiarazione d’intenti che lo ha caratterizzato e qualificato sin dai suoi esordi editoriali) sia per affinare ulteriormente l’estro e i talenti di cui dispone, perfettamente consapevole, peraltro, anche di quanto additò Kierkegaard: “Non è il cammino che è difficile, ma è il difficile che è cammino”.

Prof. Nuccio Mula