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Girgenti Acque nel mirino di un’indagine dei carabinieri del NOE di Palermo. Per gli inquirenti, la società che gestisce il servizio idrico integrato in buona parte della provincia di Agrigento, avrebbe ricevuto dalla Regione 15 milioni di euro di contributi previsti dalla legge per consentire l’equilibrio economico gestionale tra il costo dell’acqua e il costo previsto dal piano d’ambito. Somma indebitamente percepita, secondo gli inquirenti, perché la società non avrebbe rilevato i consumi idrici dalla data d’insediamento, il 2008, e fino al 2011, anno in cui, Girgenti Acque ha iniziato poi, seppur parzialmente, a segnalare i volumi erogati. Questa la prima ipotesi di reato contestata. La seconda, invece, riguarda l’applicazione di un indice di inflazione diverso rispetto a quello previsto, con un inevitabile incremento della tariffa a carico dell’utenza. Quattro le persone che risultano inscritte nel registro degli indagati, a cui è stato notificato il provvedimento di conclusione delle indagini preliminari, emesso dalla Procura della Repubblica di Agrigento. Tre appartengono ai vertici di Girgenti Acque, mentre il quarto destinatario dell’avviso è un funzionario dell’Ato idrico di Agrigento. Sono accusati di truffa aggravata e continuata. Il danno stimato ammonterebbe a circa 20 milioni di euro. L’indagine è partita lo scorso anno ma è entrata nel vivo nel 2017. A condurla sulla base di accurati controlli documentali , il Nucleo Operativo Ecologico di Palermo, con in testa il luogotenente Nunzio Sapuppo, in collaborazione con il Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Agrigento.