Pubblicità

segretario PD licataSull’abusivismo edilizio si registra la presa di posizione della segreteria cittadina del Partito democratico.

Oggi si ha la sensazione, sgradevole, che tutta la delicatissima questione delle demolizioni degli immobili abusivi si sia trasformata in uno show permanente che riguarda il Sindaco di Licata ed i suoi cittadini, normalmente descritti come abusivi possibilmente intrisi di mafiosità e privi di ogni senso di legalità. Ribadita la condanna incondizionata per l’intimidazione subita dal Sindaco, in questa vicenda non si può che stare dal lato della legalità e quindi si deve sostenere Angelo Cambiano, nonostante i suoi limiti nella gestione politica della vicenda ed in particolare nell’incapacità di coinvolgimento e di gestione del dissenso. Occorre dire con chiarezza che la legge va rispettata, le sentenze vanno eseguite e né il Sindaco né il Consiglio Comunale hanno competenze e strumenti per sottrarsi all’esecuzione di sentenze passate in giudicato.  Contemporaneamente, però, è del tutto evidente che l’abusivismo è stato un fenomeno sociale che ha attraversato tutti gli strati della popolazione di tutta la Sicilia e di diverse parti d’Italia, con complicità materiali e culturali tra abusivi ed istituzioni. Sbaglieremmo a trattare il tema dividendo tra buoni e cattivi e dando l’impressione che si è scatenata da un lato una “caccia alle streghe” e dall’altro una corsa a chi è più “legalitario” degli altri. Il “vivi e lascia vivere”, perpetrato negli anni, ha distorto il senso di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato ed ha alimentato iniquità, perfino nell’applicazione rigorosa della legge: ne è esempio il tema del momento in cui avviene la misurazione dei 150 metri dalla battigia, metri che a distanza di tanti anni dalla costruzione o dall’istanza di concessione in sanatoria possono variare a seguito del IMG-20160510-WA0017fenomeno dell’erosione delle coste. Si usi la fotogrammetria aerea non solo per stabilire la preesistenza dell’immobile al 1976 ma anche per verificare l’esistenza dei 150 metri dalla battigia al momento della costruzione o della presentazione della istanza di concessione in sanatoria e non al momento della verifica dell’ufficio che può essere intervenuta dopo molti anni o, addirittura, non essere ancora intervenuta considerato le 3.500 pratiche da esitare. Altro esempio è il tema dell’insistenza dei vincoli relativi che fino a qualche anno fa erano interpretati come insanabili, con conseguente diniego per le pratiche di sanatoria già esaminate e che oggi sono interpretati come sanabili per le pratiche ancora da esaminare. E’ evidente la disparità di trattamento nelle medesime condizioni. La questione va affrontata con il tatto e la serenità necessaria, che oggi  purtroppo non ci sono, per rivedere alcune storture anche sul piano legislativo, senza dar luogo a sanatorie mascherate ma avendo come unico obiettivo il recupero dell’equità. In questo senso è quanto mai opportuna la proposta, avanzata dal Procuratore della Repubblica di Agrigento Dott. Renato di Natale in una intervista, di unire e coordinare le varie Procure siciliane per far si che ci possa essere un comportamento uniforme. L’azione isolata della IMG-20160421-WA0000Procura di Agrigento e del Comune di Licata  rischia di vanificare il messaggio di restaurazione della legalità e di far vivere le demolizioni come una “ingiustizia” che colpisce i più sfortunati e deboli, cioè i soliti “babbi licatesi”. Occorre uscire dai confini di Licata e far comprendere ai media, all’opinione pubblica nazionale, ai politici di ogni colore che la questione non riguarda solo la nostra città, ma riguarda tutti e va affrontata senza ipocrisia.  E’ vero che bisogna pur iniziare da qualche parte ma non si può agire a spizzichi e bocconi sui territori a seconda del lassismo di alcuni e della solerzia di altri. I comuni hanno tutti difficoltà di bilancio e a questo punto non ci può essere chi, furbescamente, rimane  fuori. Lo Stato dia le risorse finanziare non solo al comune di Licata ma a tutti. Lo Stato si assuma la responsabilità politica delle demolizioni ovunque, si preoccupi della posizione dei sindaci e fornisca strumenti per evitare la loro sovraesposizione, s’è necessario nomini commissari esterni. Solo questo può rappresentare un pieno ed equo ripristino della legalità a cui neanche gli abusivi potranno opporsi, viceversa si studino altre soluzioni concrete e non ipocrite e demagogiche che partano dalla realtà dei territori e se ne assumano le conseguenze politiche. Non si pensi che spenti i riflettori ognuno possa tornare come prima a girarsi dall’altro lato, sarebbe una soluzione facile ma che rischia di determinare iniquità inaccettabili in particolare per i licatesi che oggi rappresentano la punta di un iceberg e non potranno acconsentire, con in testa il proprio sindaco, di essere gli unici a demolire oltre 500 immobili della propria città per la riaffermazione di un principio che vale per tutti.

Il Segretario Cittadino – Massimo Ingiaimo