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CNAlogo_5Piero Caico, presidente della sede territoriale di Licata della C.N.A. – Confederazione Nazionale dell’ Artigianato e della Piccola e Media Impresa – manifesta tutto il suo dissenso e la sua preoccupazione per le tariffe TARI approvate dal Consiglio Comunale del Comune di Licata.

La CNA, facendosi portavoce delle preoccupazione delle imprese, ribadisce un secco NO alla tassazione imposta. “Oggi – dichiara Piero Caico – ci troviamo di fronte ad un peggioramento della situazione vissuta dal tessuto delle piccole e medie imprese e questo, nonostante gli sforzi e le richieste di aiuto delle imprese allo Stato che invece risponde applicando una nuova tassa che va a colpire pesantemente tutta le attività produttive e commerciali”. Mediamente, con le attuali tariffe di IMU e TASI imposte dal Comune di Licata, una piccola media impresa per il proprio immobile destinato all’attività produttiva, deve affrontare una spesa di circa 10000 euro annui escludendo eventuali posizioni debitorie con istituti di credito.

La Cna di Licata chiede all’attuale amministrazione: “Quale criterio è stato adottato per la determinazione delle tariffe TARI, considerato che già tutte le attività produttive artigianali sostengono una spesa non indifferente per lo smaltimento dei rifiuti che producono”. Attività come le officine di autoriparatori, falegnamerie, opifici di lavorazione di lapidei sono esempi di attività che smaltiscono quasi il 95% dei rifiuti derivanti dalla loro attività. Conseguentemente l’Amministrazione non ha tenuto conto già del carico fiscale che sopporta l’impresa. La Cna ribadisce la non condivisione della scelta dell’amministrazione di determinare le tariffe TARI senza aver ascoltato le associazioni di categoria, le quali avrebbero potuto dare il loro contributo.

Piero CaicoInoltre diverse sono i dubbi che si pone la CNA sulla determinazione delle tariffe! Perché fare un Consiglio Comunale a vigilia di scadenza dei tempi, quando ci sarebbe stato tutto il tempo per porte affrontare la questione molto tempo prima? Perché affrontare un problema di così tale importanza ed inserirlo come ultimo punto dell’ordine del giorno al Consiglio Comunale? Nella consultazione della determina la CNA si è accorta che nel calcolare le tariffe si è tenuto conto del numero di utenze. Nel caso di utenze non domestiche è stato riscontrato che i numeri delle attività inserite non corrispondo con il reale numero delle attività presenti nel territorio. Tale discordanza ha determinato, pertanto, un’ errata distribuzione dell’imposta, gravando su alcuni e alleggerendone altri.

“A parere nostro – dichiara il presidente della Cna – l’applicazione delle aliquote alte è determinata dal fatto che c’è la necessità di coprire il piano finanziario di circa 6 milioni di euro per la gestione dei rifiuti. In realtà – continua Caico – tale problematica non è stata mai affrontata seriamente, nessuna amministrazione Comunale ha cercato di investire su progetti che avrebbero portato ad un risparmio della collettività. Il mancato investimento sulla reale applicazione della raccolta differenziata e la totale inerzia nell’approvare il piano finanziario, della società che si occupa di tale servizio, ha portato soltanto alla città, povertà e sporcizia”.

A fronte di tutte queste perplessità la CNA sempre a fianco delle imprese, comunica che inizierà una battaglia al fine di fare chiarezza su questi punti discutibili chiedendo una modifica del piano finanziario nonché una rideterminazione delle aliquote con l’applicazione delle aliquote più basse e inoltre, non esclude la possibilità di poter adire all’autorità preposte sempre per la tutela degli interessi dell’aziende che rappresenta.

Il presidente Cna locale – Piero Caico