Pubblicità

Non si è mica votato inutilmente. E dunque i “renziani” di Sicilia intendono far valere il buon risultato conseguito nelle primarie del centrosinistra: il migliore, nell’Isola, dell’intero Mezzogiorno (trentacinque per cento). Ma ai risultati devono seguire i fatti. Ecco il motivo per cui i sostenitori del sindaco di Firenze si sono riuniti domenica a Palermo, presente il segretario regionale del Pd Lupo. Per contare nelle decisioni politiche e non essere più discriminati dall’apparato dominante. Per chiedere al governatore Crocetta scelte coraggiose di rinnovamento. Tutte le volte che il neo governatore le fa, ha il nostro appoggio dicono i sostenitori di Renzi. Che non hanno ben digerito le prime liti interne al Partito democratico dopo la vittoria di Crocetta: quando, cioè, finita la campagna elettorale, è scoppiata la guerra delle poltrone cui aspiravano e sempre aspirano i notabili del partito in Sicilia. Quei notabili rieletti all’Ars che hanno mostrato scarsa sintonia – vedi l’insistito sostegno al governo Lombardo – con le indicazioni che arrivavano da Roma. Tutto questo – se dovesse ripetersi – confermerebbe che nulla è cambiato nella gestione e nella vita interna del Pd: nonostante la vittoria di Crocetta, primo presidente di sinistra eletto dal popolo in Sicilia, e nonostante le primarie. I “renziani” in sostanza chiedono, a Lupo e a Crocetta, di avviare vere politiche riformiste nell’Isola. Per rilanciarla non solo nell’azione di governo, ma pure in quella del risanamento finanziario e morale, della lotta agli sprechi e alla corruzione. Le primarie hanno portato entusiasmo e rinnovata passione politica. Bisogna, e sono state infatti fissate per la fine del mese, riproporle subito per la scelta dei candidati alle elezioni politiche di febbraio. Anche quello delle primarie per le candidature al parlamento è un buon risultato ottenuto dai “renziani”: le hanno volute loro. Una nuova classe politica selezionata con il sistema democratico del voto e con l’apertura a personalità del mondo dell’economia, della cultura e del volontariato. Davide Faraone e l’avvocato licatese Daniele Cammilleri si muovono da tempo su questa linea. Hanno scommesso su Renzi, ne sono in Sicilia i principali rappresentanti. La loro presenza nei primi posti delle liste per il parlamento nazionale sarebbe il segnale inequivocabile della volontà di Bersani (e di Lupo) di voler davvero cambiare il Pd e di ringiovanirlo. E per Licata si aprirebbe uno scenario, irrealistico sino a qualche mese fa, ma oggi assai concreto: quello di poter rieleggere con Cammilleri in lista il proprio deputato.

Gaetano Cellura