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A soldier patrols near the Bataclan theater in Paris, Friday Nov. 13, 2015. Well over 100 people were killed  in a series of shooting and explosions explosions. French President Francois Hollande declared a state of emergency and announced that he was closing the country's borders. (AP Photo/Jerome Delay)

Di poche cose abbiamo certezza. Una è che il nemico lo abbiamo in casa (italiano, francese o belga) facile ormai da indottrinare e addestrare all’odio e allo sterminio dell’Occidente con attacchi proditori e vili. L’abbiamo accolto, è figlio di immigrati residenti da tempo in Europa e ricambia in questo modo, ammazzando cittadini europei inermi, la nostra accoglienza. L’altra è che, nonostante tutti gli accorgimenti, nel profugo a cui riconosciamo lo status, si nasconde, può pure nascondersi un terrorista islamico. È il caso del siriano che ha partecipato alla strage di Parigi, giunto in Europa appena il tre ottobre scorso. Un’altra ancora è di natura prettamente religiosa. Il musulmano non teme la morte. Non ha paura di farsi saltare in aria o di essere ucciso insieme alle persone innocenti che stermina.

A queste cose aggiungiamo che la nostra è una civiltà esausta. Emil Cioran l’aveva capito e scritto in un suo saggio una cinquantina d’anni fa. L’Occidente era in uno stato tale di decadenza che prima o dopo i barbari sarebbero arrivati, non importa da dove, e l’avrebbero invaso. Nella sua disperazione nichilista Cioran pensava che da questa invasione la civiltà occidentale sarebbe stata risanata. Si capisce: non si riferiva, non poteva riferirsi ai barbari dell’11 settembre, ai barbari delle stragi di Madrid e Londra o a quelle, a poco tempo l’una dall’altra, che hanno colpito la Francia. Questi barbari che uccidono a tradimento, e in nome di una presunta guerra religiosa, l’avrebbero fatto inorridire. Avrebbero fatto inorridire il pensatore pessimista che diffidava del progresso sino al punto di ritenere che se una civiltà (per sua causa) è sfinita, solo dalla sua completa fine può essere risanata e rinascere. Si sentono tante proposte, tante parole senza senso in queste ore, dopo la strage di Parigi (129 morti, le sue strade deserte) rivendicata dal Califfato, che ancora una volta sceglie la Francia, culla della libertà e dell’Illuminismo, come suo bersaglio. Se ne sentono tante di proposte sull’onda della normale rabbia e della naturale reazione emotiva che rinunciamo a rendere pubblica la nostra (nessuno d’altra parte la prenderebbe in considerazione): e magari per evitare altre parole senza senso. Il punto vero è come difenderci e come reagire. Non c’è nemmeno l’ombra di una politica comunitaria. L’Occidente è solo un punto cardinale. E gli interessi delle grandi potenze mondiali sono divergenti in Siria, in Iraq, in Libia e in tutti i paesi instabili del mondo. Possiamo solo sperare che chi deve ragionare, cominci da oggi – ed è già tardi – a ragionare.

Gaetano Cellura