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COMUNE ATRIOIeri mattina è stata, dunque, protocollata  in Comune la mozione di sfiducia nei confronti del sindaco Pasquale Amato. La richiesta di sfiducia, avanzata  dai consiglieri Calogero Amato, Rosario Bruna, Giulio Castellino, Orlando Dicembre, Letizia Pace, Calogero Malluzzo, Desyree Vitello e Antonino Volpe,  dovrà essere discussa non prima di 10 giorni e non oltre i 30.

Questi i capi d’imputazione rivolti al sindaco. Innanzitutto, gli 8 consiglieri comunali firmatari hanno accusato Amato di essere rimasto imperterrito alle numerose richieste di dimissioni “seguendo percorsi tortuosi ed autoritari” e anzi di avere nominato una giunta “che politicamente non rappresenta niente e nessuno”, in quanto la “quasi totalità delle liste e dei consiglieri che hanno contribuito all’elezione del sindaco sono usciti dalla maggioranza”, circostanza che “normalmente avrebbe dovuto portarlo alle dimissioni” e che, invece, ha portato alla più lunga vatio dell’esecutivo della storia palmese, circa 3 mesi. I firmatari evidenziato soprattutto la mancata realizzazione del programma elettorale, tanto da causare tra i cittadini verso la politica e le istituzioni. A titolo esemplificativo, i consiglieri firmatari hanno indicato nella mozione 19 punti comprovanti il fallimento amministrativo del sindaco. Il primo cittadino è accusato di aver focalizzato l’attività amministrativa su iniziative di carattere culturale “che, seppur lodevoli, non hanno portato alla città i risvolti positivi auspicati dallo stesso proponente, trascurando di trattare altri aspetti vitali per la nostra comunità”. Tra queste l’assenza di attività volte all’urbanizzazione delle aree periferiche e della frazione di Ciotta, al ripristino e al miglioramento delle reti viarie, fognarie, idriche e dell’illuminazione e alla promozione di un nuovo piano di utilizzo della costa. Altre carenze sono state ravvisate in materia di sicurezza del territorio, di sviluppo del turismo, dell’economia e dello sport. Tra gli addebiti anche la scarsa attenzione rivolta al mondo dei disabili, la chiusura del cinema Chiaramonte e i mancati interventi ai centri sociali del Salvinus e di piazza Matteotti.

Infine, i consiglieri hanno sottolineato il ritardo nella presentazione del bilancio, approvato dalla giunta solamente lo scorso 18 dicembre. “Senza la suddetta delibera, il consiglio Comunale  non avrebbe potuto esprimersi. Pur tuttavia, il sindaco pretendeva, per rimediare ai propri ritardi e alle proprie inadempienze, che il consiglio comunale annullasse le proprie prerogative in tema di indirizzo e controllo”. Per tutte queste ragioni, gli 8 consiglieri hanno richiesto la discussione della mozione di sfiducia “allo scopo di ridare la parola al popolo sovrano, per non lasciare la città in balia di un’azione politico-amministrativa improvvisata, non democratica e autoritaria che potrebbe lasciare ferite ancor più gravi” .