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Che abbiano almeno il pudore di non chiamarlo centrosinistra. Fanno un torto – e nella regione dove è nata – alla storia di quest’alleanza politica. Un torto a Salvatore Lauricella che per primo, in Sicilia, avviò il processo che avrebbe portato i socialisti al governo del paese e a una stagione di rinnovamento. Oggi di questa formula si servono un po’ tutti, senza esserne i veri eredi.

Considerare Micari (e la sua coalizione) di centrosinistra?

Ma non scherziamo. L’ha imposto Orlando come candidato alla presidenza della regione. È sostenuto da ex esponenti del centrodestra, quella che fino a poco tempo lo stesso sindaco di Palermo chiamava “palude”. È figlio di un modello civico che se è andato bene per il capoluogo dell’isola non è detto debba funzionare per le elezioni regionali. È così debole che ha avuto bisogno del soccorso, davvero provvidenziale, di Crocetta per la presentazione della Lista del Presidente. Tanto debole che, a questo punto, visti i risultati, visto il disimpegno finale del suo demiurgo, non si spiegano i continui cedimenti del Pd a Orlando: sul “modello Palermo” prima e ora sulla sua riproposizione per la Sicilia. Fallimentare stando ai sondaggi.

Aggiungiamo a tutto questo due semplici quesiti. Il primo: come farà ora Micari a convincere gli elettori che il suo è un progetto di discontinuità dal precedente governo se proprio Crocetta permette alla sua lista di esistere? Gli deve della riconoscenza, altroché! Il secondo: perché Renzi ha detto solo ora che i nemici del Pd non sono i suoi fuorusciti? L’avesse detto qualche settimana prima, forse il centrosinistra avrebbe avuto un candidato unico in Sicilia.

Bene comunque ha fatto Claudio Fava a ricordare a Micari che la sua coalizione è solo di centro. Non può essere di centrosinistra, perché la sinistra in queste elezioni sostiene un altro candidato (che poi è proprio lui: Claudio Fava). E anche perché – è il caso di aggiungere – tra Leoluca Orlando e i socialisti veri non c’è mai stata storicamente alcuna compatibilità. Nella confusione odierna, l’origine di parole e formule politiche potrebbe esserci d’aiuto.

Gaetano Cellura