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Miraglia-Accursio-2Il suo motto era: “Meglio morire in piedi che vivere in ginocchio”. E in piedi cadde, fu ucciso dalla mafia (delitto rimasto impunito) la sera del 4 gennaio del 1947. Accursio Miraglia, segretario della Camera del lavoro di Sciacca, una delle più organizzate della Sicilia, venne freddato davanti alla propria abitazione da una raffica di mitra. Aveva cinquantun anni e si batteva per l’applicazione delle leggi Gullo-Segni che destinavano ai contadini le terre incolte del latifondo.

A Sciacca, oltre alla Camera del lavoro, aveva fondato la cooperativa La Madre Terra che gli permise di rappresentare la gente umile del territorio contro i soprusi di latifondisti e gabellotti mafiosi. Ma già prima aveva fatto parte del Comitato di liberazione saccense  e contribuito alla nascita nell’agrigentino del Partito comunista di cui fu dirigente. Ricoprì anche l’incarico di presidente dell’ospedale della sua città. Il suo ultimo incarico.

Susanna Camusso, segretaria della Cgil, lo ricorda oggi a Sciacca nel settantesimo anniversario della morte. L’omicidio di Accursio Miraglia, quel sabato sera di settant’anni fa, inaugurava l’anno della strage di Portella della Ginestra, avvenuta quattro mesi dopo, il primo maggio. Sarebbe stata la prima delle stragi di Stato della nostra storia repubblicana.

(g.c.)