Pubblicità

licata dall'alto(1)La città si lascia dietro ferite sociali, odi, incomprensioni e scontri ripetuti tra il sindaco Cambiano e l’opposizione. L’ultimo di questi scontri si prevede fra qualche settimana sul bilancio di previsione che la maggioranza dei consiglieri non intende approvare.

Le ferite sociali riguardano soprattutto la demolizione degli edifici abusivi con sentenze inappellabili. Il sindaco non poteva fare altro che applicarle per imposizione di legge, ma nessuno pensi che non l’abbia fatto a malincuore. L’anno nuovo propone purtroppo uno scenario identico. Con altre somme in bilancio destinate ancora a demolire più che a costruire. A costruire, beninteso, non nuove case (ché tante ce ne sono a Licata da superare, e da tempo, il suo fabbisogno abitativo): ma un’immagine di città sbiadita di anno in anno e fino a perdere ogni sua attrattiva delle tante che pur può vantare. Strade sicure, asfaltate e senza buche. Quartieri e zone al riparo dai danni di altre piogge. Un sistema fognario da rifare. Possibili dissesti idrogeologici da prevenire, visto lo stato generale del territorio. I quartieri antichi della città da salvaguardare dall’erosione del tempo e dall’abbandono in cui si trovano.

Costruire significa questo e tante cose ancora: non altro cemento ma il recupero del vecchio patrimonio edilizio della città. Costruire significa anche sviluppo economico, pensato seguendo le inclinazioni naturali di Licata che ha nel turismo la sua migliore prospettiva. La giunta e il consiglio comunale, l’attuale intera classe politica sono in grado di realizzare questi sogni d’inizio anno?

Quanto visto finora e il forte scontro politico che si profila sul bilancio non invogliano all’ottimismo. Ma la politica è programmazione, visione della città come bene comune. Riteniamo questa la vera sfida dei prossimi mesi: l’interesse generale anteposto a quello delle parti politiche in campo. Licata è entrata da un anno a questa parte nella spirale delle demolizioni, divisa sul piano amministrativo e politico tra il rispetto della legge e dei suoi obblighi e una serie di ferite sociali e di rancori sordi verso lo Stato e le sue leggi. Giudicate ingiuste, per comprensibile stato d’animo, da chi a colpi di ruspe ha visto andare in fumo i propri sacrifici.

E da qui, proprio da qui inizia la sfida. Che è, a partire da oggi, tra demolizione e costruzione. Lo Stato, tutte le sue istituzioni hanno mostrato a Licata massima inflessibilità nei confronti dell’abusivismo. Lo stesso impegno a demolire deve ora mostrarlo nella costruzione di una città aperta al suo sviluppo e a tutte le condizioni per favorirlo. È quello che la sua classe politica deve pretendere. Mettendo da parte le proprie divisioni.

Gaetano Cellura